Vai al contenuto principale

Ormai abbiamo tutto a portata di “Click” e non si fa che parlare del fatto che l’intelligenza artificiale arriverà a sopraffare l’uomo. Una tematica sulla quale non sembra essere d’accordo il neuroscienziato cognitivo Stanislas Dehaene, arrivando a definire le capacità di apprendimento umano nettamente superiori a quelle dei migliori software “AI”. Come mai, allora, capita di dedicarsi a lunghe sessioni di lezione e studio ritrovandosi alla fine a ricordare poco o nulla? Secondo il neuroscienziato, che approfondisce l’argomento nel suo ultimo saggio “Imparare: il talento del cervello, la sfida delle macchine”, la mente umana per essere efficiente ed efficace necessita anche di seguire “i quattro pilastri dell’apprendimento”.

  • Attenzione – per accorgersi di qualcosa, è necessario prestarci attenzione e secondo Dehaene questa è la prima condizione per apprendere con successo. Perché tutti (o quasi) siamo dotati di un’attenzione selettiva. Per questo il compito di un bravo insegnante è, innanzitutto, attirare l’attenzione del suo pubblico evidenziando i contenuti più importanti, ripetendo più volte i concetti fondamentali e assicurandosi che tutti li abbiano compresi al meglio.
  • Partecipazione attiva – se si desidera ricordare nuove informazioni, l’ascolto passivo dell’insegnante è insufficiente.  È necessario porre domande, confrontare le proprie idee con gli altri, sperimentare. In questo modo è più semplice comprendere quello che si sta cercando di apprendere.
  • Risposta – capita (molto frequentemente purtroppo) che a seguito di un esame andato male non si capisca chiaramente il perché di un punteggio basso o sotto le proprie aspettative. Sbagliare, secondo  Stanislas Dehaene, è utile a comprendere i propri errori e a recuperarli, ma è necessario che studenti e professori abbiano modo di confrontarsi.
  • Consolidamento – affinché si possa essere sicuri di aver appreso e compreso una serie di informazioni, non è sufficiente memorizzarle. È necessario un continuo esercizio ma dilazionato nel tempo, affinché il cervello possa riposarsi e liberare spazio utile ad acquisire nuove competenze.
IlMomentoGiusto

curarsi con il…mare

RedazioneRedazione14 Novembre 2019

Lascia un commento