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Cosa si intende per infertilità e qual è il percorso migliore per diventare genitori

Le difficoltà di concepimento

Nel momento in cui una coppia decide di avere un figlio ma il concepimento, mese dopo mese, non avviene, è inevitabile provare sconforto, delusione, rabbia. Sentimenti che rendono una situazione già di per sé molto delicata per entrambi i partner, ancora più difficoltosa. In una coppia giovane e in salute non è il caso di preoccuparsi se i primi mesi di tentativi di avere un bambino falliscono. Ma se dopo 12-24 mesi di rapporti sessuali continuativi e non protetti la gravidanza non si instaura è sempre bene rivolgersi al ginecologo, che consiglierà una serie di accertamenti per valutare la salute riproduttiva del singolo e della coppia.

Le motivazioni per le quali una donna non rimane incinta possono essere diverse e, spesso, un semplice cambio di stile di vita o la risoluzione di un problema medico sconosciuto, risolvono l’infertilità.





La diagnosi di infertilità

Talvolta, però, non sempre è così facile risolvere una momentanea difficoltà riproduttiva e la coppia si può trovare ad affrontare la diagnosi di infertilità. Una valutazione medica che provoca tutta una serie di emozioni molto complicate da gestire.

L’Istituto Superiore di Sanità stima che in Italia l’impossibilità di generare la vita riguardi circa il 15% delle coppie, per cause femminili, maschili o di nessuna natura, in queste percentuali:

  • infertilità maschile: 29,3%
  • infertilità femminile: 37,1%
  • infertilità maschile e femminile: 17,6%
  • infertilità idiopatica: 15,1%
  • fattore genetico: 0,9%

(Fonte: iss.it)

Nel momento in cui una coppia riceve la diagnosi di infertilità è compito del medico fornire ai partner le soluzioni attuabili per diventare genitori, tra le quali il ricorso alla PMA (Procreazione Medicalmente Assistita): un percorso che coinvolge la sfera più intima di donne e di uomini alla ricerca di un figlio non solo dal punto di vista fisico ma, soprattutto, mentale.



Una delle cause più frequenti di infertilità femminile è la ricerca di un figlio in età tardiva. Questo perché le probabilità di concepimento naturale diminuiscono con l’aumentare dell’età. Tra i 20 e i 30 anni la capacità riproduttiva femminile è al massimo, sia per qualità sia per quantità di ovociti, ma, nella maggior parte dei casi, in questa fascia di età a causa di motivi lavorativi, sociali ed economici la maternità non rientra nelle priorità.

Per avere maggiori opportunità di diventare madre in età più matura, è consigliabile ricorrere al congelamento degli ovociti (Egg Freezing), una tecnica che permette di prelevare e congelare le cellule riproduttive femminili e conservarle nel tempo e utilizzarle nel caso subentrassero difficoltà a concepire naturalmente.

Se desideri maggiori informazioni sul congelamento degli ovociti, CLICCA QUI e visita il sito ilmomentogiusto.org





Perché il supporto psicologico è fondamentale durante il percorso di Procreazione medicalmente Assistita?

L’infertilità è considerata una vera e propria patologia, che può avere forti ripercussioni emotive e psicologiche sia della singola persona sia all’interno di una coppia.

Non è così semplice come sembra accettare la condizione di infertilità, intraprendere il lungo percorso diagnostico e terapeutico nella speranza di poter stringere tra le braccia un bambino né, tantomeno, affidare la sfera più intima della propria persona, fisica e mentale, alla medicina della riproduzione.

La figura dello psicologo diventa fondamentale in questo percorso per supportare sia singolarmente la donna e l’uomo, sia per aiutarli a vivere insieme come coppia, nel modo più sereno possibile, tutto quello che dovranno affrontare insieme.

Il supporto psicologico accompagna i pazienti dall’inizio alla fine del trattamento di PMA e aiuta a comprendere e a sostenere i partner nel difficile cammino alla ricerca di un figlio. È indispensabile per fugare pensieri negativi, superare eventuali fallimenti della terapia, elaborare le informazioni fornite dagli specialisti, comprendere che l’infertilità è un problema molto comune ma che, al giorno d’oggi, abbiamo tutti gli strumenti utili a superare quello che fino a qualche anno fa era un ostacolo insormontabile e permettere alla coppia di ritrovarsi complici e alleati durante tutto il percorso ed essere l’uno il sostegno dell’altro.





Affrontare con positività il percorso di PMA

Grazie ad un aiuto competente la coppia potrà ritrovare l’equilibrio necessario per poter proseguire nel percorso di PMA con la massima serenità e gestire al meglio le emozioni che inevitabilmente si provano in questo delicato momento.

Frustrazione, rabbia, sensi di colpa, paura di fallire, ma anche vergogna, abbattimento, tristezza: tante le sensazioni che potrebbero mettere in discussione il rapporto tra partner e minare la propria autostima.

È bene prendere coscienza del fatto che è necessario che corpo e mente siano in equilibrio per facilitare l’accettazione della diagnosi e intraprendere il percorso di PMA con maggiore consapevolezza e probabilità di successo. Il rischio, infatti, è quello di non riuscire a creare i presupposti giusti affinché si instauri una gravidanza. Lo stress è uno dei primi nemici della fertilità! Condividere l’esperienza potendo parlare con una persona specializzata può aiutare a superare l’ansia che inevitabilmente si potrebbe provare, avendo la possibilità di comprendere che non si è soli in questo momento. La coppia, infatti, potrebbe sentirsi isolata e non capita, soprattutto se nella cerchia di amici, parenti o conoscenti stretti non si conoscono storie di coppie che hanno avuto la stessa diagnosi e che si sono affidate alla Procreazione Medicalmente Assistita.

Lo psicoterapeuta saprà accogliere tutte le richieste di aiuto dei partner, che potrebbero essere chiamati a fare uno sforzo notevole per evitare di cadere nella trappola di darsi la colpa a vicenda oppure sentirsi causa di un fallimento troppo grande da gestire. Incanalare invece le energie positive nella giusta direzione è importante, così come elaborare eventuali sentimenti negativi, e vivere la quotidianità accettando i piccoli e grandi cambiamenti necessari, seguire le indicazioni degli esperti e non aver mai paura di chiedere aiuto a chi si ha accanto.

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