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Rimanere incinta con l’endometriosi

Cos’è l’endometriosi e quante donne ne sono affette

L’endometriosi è una malattia ginecologica che può portare a gravi ripercussioni sulla salute intima, sessuale e riproduttiva femminile. Un disturbo ancora oggi sottovalutato, nonostante la sua incidenza, per il quale la diagnosi può richiedere fino a 9 anni, di cui non esiste cura certa e che mette a serio rischio la qualità della vita della donna per tutto l’arco della sua vita fertile. La malattia, infatti, può colpire gli organi riproduttivi femminili sin dal menarca, la prima mestruazione, e scomparire solo nel momento in cui sopraggiunge la menopausa.

Secondo gli ultimi dati resi noti, l’endometriosi colpisce il 5% delle donne in età fertile, con una maggiore incidenza tra i 25 e i 35 anni e contribuisce a compromettere la fertilità femminile. In Italia le stime parlano di 3 milioni di donne affette da endometriosi, donne che ogni giorno affrontano i sintomi della malattia spesso senza neanche sapere di esserne colpite.

I segnali della malattia sono simili a molti altri disturbi che possono colpire l’apparato riproduttore femminile, o gli organi vicini, e questo fa sì che si chieda un parere ginecologico solo nel momento in cui il dolore arriva a compromettere o limitare del tutto le attività quotidiane oppure quando si cerca di rimanere incinta e questo, mese dopo mese, non avviene.

Si stima che il tempo medio per arrivare a una diagnosi di endometriosi sia di 9 anni, un tempo lunghissimo considerando il grave disagio che comporta a livello intimo e le limitazioni fisiologiche nella ricerca di una gravidanza. Ricordiamo che la fertilità femminile è al suo apice tra i 20 e i 30 anni e dopo questa età diminuiscono le possibilità di rimanere incinta naturalmente.

L’endometriosi è una malattia ginecologica benigna, cronica e invalidante che si manifesta quando il tessuto endometriale cresce al di fuori dalla cavità uterina, sua sede naturale, provocando infiammazioni che possono coinvolgere anche altri organi e non solo l’apparato riproduttivo femminile ma l’infertilità rimane una delle complicazioni più importanti.





L’impatto dell’endometriosi sul desiderio di maternità di una donna

L’endometriosi non dovrebbe mai essere sottovalutata quando si riscontrano uno o più sintomi. Eppure, ancora oggi, spesso si minimizzano i dolori anche molto intensi e invalidanti accusati durante il ciclo mestruale e nei rapporti sessuali, così come altri segnali che dovrebbero essere tempestivamente segnalati al medico e indagati per accertare o escludere la patologia.

L’endometriosi è un disturbo che ha effetti devastanti sulla salute femminile, in particolare su quella intima e riproduttiva.

Nonostante in questi anni siano in continuo aumento le campagne di sensibilizzazione a supporto della prevenzione e della corretta informazione sull’endometriosi, è necessario insistere il più possibile sulla sua divulgazione; affinché ogni donna sia consapevole dei rischi di una diagnosi tardiva e delle possibilità di diventare madre malgrado l’endometriosi.

Endometriosi e il desiderio di diventare mamma: una diretta Facebook sul tema

Proprio qualche giorno fa, in vista dell’annuale Giornata Mondiale dell’Endometriosi, abbiamo seguito un’interessante diretta Facebook dal titolo “Endometriosi e il desiderio di diventare mamma”, organizzata dal magazine Donna Moderna.

La giornalista Barbara Rachetti ha sottolineato più volte come la malattia e il suo impatto sulla fertilità femminile sia un argomento poco affrontato, sia con il proprio medico sia a livello mediatico, con il rischio che le donne che ne sono affette inconsapevolmente o che non hanno ancora ricevuto una diagnosi confermata, arrivino ad approfondire i propri disturbi solo nel momento in cui la gravidanza non si instaura e quando può essere troppo tardi per ricorrere alla medicina della riproduzione.

Di endometriosi non solo si parla poco ma, spesso, se ne parla a sproposito o in maniera poco chiara, senza fornire gli strumenti giusti a ogni donna di capire che il dolore non è mai normale e che questa patologia può compromettere seriamente la vita della donna e della coppia alla ricerca di un figlio.

Uno dei motivi principali per i quali è necessario che ogni donna e uomo sia a conoscenza dei sintomi e delle ripercussioni dell’endometriosi, è far sì che vengano rotti molti tabù ancora oggi legati alla malattia. Tabù per i quali le donne continuano a sopportare il dolore e a soffrire in silenzio ad ogni mestruazione, rapporto sessuale o esigenza corporea. Una diagnosi tempestiva è fondamentale per vivere una serena vita individuale e di coppia e per avere maggiori opportunità di diventare madre un giorno.

Il partner dovrebbe essere messo al corrente dei propri disturbi, soprattutto se la gravidanza non si instaura, così da essere di supporto alla donna e scegliere insieme a lei il percorso più idoneo a realizzare il desiderio di maternità.







Il trattamento per l’endometriosi e la fertilità femminile

Quando si ottiene una diagnosi di endometriosi si è solo a metà del percorso. L’endometriosi richiede una gestione a lungo termine, ed è pertanto importante considerare, nelle scelte diagnostico-terapeutiche, le caratteristiche e le esigenze di ogni singola donna sia a livello fisico sia emotivo.

Il piano terapeutico deve essere ponderato con la massima attenzione, tenendo conto di una serie di elementi valutativi fondamentali: l’età della donna, la tollerabilità al trattamento e, non da ultimo, il desiderio di maternità. Rimuovendo chirurgicamente la parte di tessuto endometriale cresciuta fuori dalla sua sede naturale, infatti, si potrebbe intaccare la riserva ovarica femminile e minare irreversibilmente la fertilità della donna.

L’intervento di rimozione della cisti endometriosica può ridurre la riserva ovarica fino al 40%. Il 15% delle pazienti potrebbe ritrovarsi con un’atrofia ovarica monolaterale e nel 3-5% dei casi necessitare di ovariectomia, ovvero l’asportazione chirurgica dell’ovaio.

Il problema è anche rappresentato dalle recidive, un fenomeno che si manifesta nel 10% delle donne sottoposte a intervento chirurgico per cisti ovariche endometriosiche. Quasi la metà delle pazienti può sviluppare una recidiva entro 5 anni dall’operazione: non bisogna sottovalutare nemmeno questo aspetto, perché potrebbe avere un impatto notevole sulla fertilità femminile, riducendo di fatto le possibilità di concepire naturalmente un bambino.

Se la paziente affetta da endometriosi è in età fertile e ha il desiderio di avere figli, è importante che sia informata del fatto che l’intervento chirurgico potrebbe limitare le possibilità di concepire naturalmente e che la patologia, purtroppo, compromette la fertilità nel 10-25% delle donne anche prima che si verifichi la necessità di ricorrere alla chirurgia; obbligandole, di fatto, a ricorrere alla PMA (procreazione medicalmente assistita) in caso si desideri avere un figlio.





La crioconservazione degli ovociti per avere maggiori chance di gravidanza con endometriosi

Proteggere la propria fertilità femminile è sempre possibile grazie alla medicina della riproduzione e il congelamento degli ovociti è una pratica consigliata in caso di endometriosi.

Crioconservare i propri ovociti prima dell’intervento chirurgico per la rimozione del tessuto endometriale cresciuto fuori dalla sua sede naturale, può garantire maggiori possibilità di avere un bambino in futuro anche se affette dalla patologia. L’Egg Freezing, così si chiama la pratica, consiste nel prelievo degli ovociti, le cellule riproduttive femminili, nel momento in cui per quantità e qualità sono al loro apice, crioconservandole poi per essere utilizzate in futuro, nel caso in cui la malattia o l’intervento chirurgico abbia limitato le possibilità di concepimento naturale.



La preservazione della fertilità è una pratica fondamentale per le donne affette da endometriosi, come ha ricordato nell’evento Facebook di Donna Moderna dedicato all’argomento anche la dottoressa Claudia Livi, Direttore sanitario Centro Demetra. Congelare gli ovociti e utilizzarli in futuro per una fertilizzazione in vitro può essere la strada giusta da percorrere sia quando la maternità non rientra tra le priorità e sia in presenza di disturbi, come l’endometriosi, che possono mettere a rischio la salute riproduttiva femminile.

Così come la prevenzione è importante, lo è altrettanto l’informazione e la comunicazione su un argomento che andrebbe approfondito sin da giovanissime, così da evitare a tante donne un calvario di dolore, incomprensione e solitudine sia nel presente sia nel futuro, quando si affaccerà il desiderio di diventare madre.

Quando si parla di salute è sempre necessario rivolgersi ai professionisti, senza rimandare una diagnosi che potrebbe preservare il benessere individuale e di coppia, grazie anche a un supporto psicologico mirato a tutelare la strada verso la serena ricerca di un figlio quando sarà il momento giusto.

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