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Nella società frenetica nella quale viviamo, dormire sembra essere diventata una perdita di tempo. L’ideale per essere considerato competitivo, determinato e ambizioso è dedicare al sonno non più di 6 ore a notte e i “Big” lo confermano: Donald Trump, Marissa Mayer amministratrice delegata di Yahoo!) e Margaret Thatcher dichiarano di chiudere gli occhi solo 4 ore a notte, Elon Musk non supera le 6 ore, Michelle Obama punta la sveglia alle 4:30 e Sergio Marchionne si svegliava alle 3:30.

Dagli Stati Uniti, però, arriva un’inversione di rotta che glorifica il sonno e torna a ridargli la giusta importanza: il “power nap”, letteralmente “riposino che dà la carica”, è una pratica che sta via, via diffondendosi nelle grandi aziende e che promette di incrementare produttività, creatività e concentrazione sul lavoro.

I benefici di un breve sonnellino di massimo 30 minuti sono molteplici:

? permette al cervello di ricaricarsi

? migliora la concentrazione, l’attenzione e la memoria

? riduce i livelli di stress e, di conseguenza, stabilizza l’umore

Per questo motivo molte aziende, Google, Microsoft e Facebook in primis, stanno introducendo delle aree adibite al riposo dei dipendenti chiamate “sleeping pods” oppure “nap rooms.
Via libera alla siesta in ufficio quindi, oppure una scusa per renderci ancora più “workaholizzati”?

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