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Raffaella Cerullo ed Elena Greco, Lila e Lenù. Per chi in questi anni ha letto la quadrilogia letteraria di Elena Ferrante “L’amica geniale” e seguito l’omonima serie tv a cura di Saverio Costanzo, è sufficiente menzionare questi due nomi per evocare immagini, pensieri ed emozioni che questo racconto femminile è in grado di suscitare.

Se non avete mai sentito parlare de “L’amica geniale”, correte ai ripari: fatevi prestare i libri, guardate tutte le puntate andate in onda sulla Rai (disponibile su Rai Play la seconda stagione), iscrivetevi ai gruppi e alle pagine social nate in questi anni attorno al suo successo. Perché? Semplice, è una storia che vi travolgerà, letteralmente. Nel bene e nel male. E vi farà pensare, molto.

Tutte noi abbiamo o abbiamo avuto un’amica speciale, quell’amica che per un periodo di tempo (breve o lungo che sia) è stata tutto per noi. Senza la quale niente avrebbe avuto senso. È forse nell’empatia del rapporto tra Lila e Lenù la forza di questa narrazione che, in breve tempo, è diventato un caso letterario. Un rapporto che si snoda in sessantanni di vita delle due protagoniste, accomunate da un legame tanto forte quanto fragile. Vittime e carnefici allo stesso tempo di un destino al quale sembra non riescano mai del tutto a sfuggire.

La storia si snoda dal 1944 ai giorni nostri, protagonista un rione popolare di Napoli e i suoi abitanti con le loro storie fatte di povertà e ricchezza, intrecci, delinquenza, amore e odio. Ma il tema principale del racconto è la condizione femminile dell’epoca, il rapporto con la sessualità, il desiderio di emancipazione… con un particolare focus sul rapporto tra donne: amiche, nemiche, amanti, mogli, madri, casalinghe, lavoratrici. A volte private della più piccola libertà, a volte talmente stanche dei soprusi, delle rinunce e delle “malelingue” da preferire il suicidio e, altre ancora, capaci di rialzarsi e riuscire ad essere e a fare ciò che le rende felici (o perlomeno a provarci con tutte le forze).

“L’Amica Geniale” è un racconto che sembra così lontano eppure è così vicino ai giorni nostri, perché ci sono donne che ancora oggi devono chiedere il permesso per fare qualsiasi cosa oppure si devono scusare e sentirsi accusare per vedere rispettati i propri diritti.

Ogni libro e ogni puntata TV ci ha colpito profondamente e ha suscitato in noi pensieri contrastanti; emozioni che ci hanno fatto riflettere su quanto lavoro si debba ancora fare, in termini di informazione ed educazione, per far sì che ogni donna possa essere davvero libera di essere chi e cosa vuole.

➡️ Hai letto i libri di Elena Ferrante e/o visto le due stagioni andate in onda? Commenta il post e confrontiamoci su “L’amica geniale” e i suoi protagonisti.

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