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Percezione del tempo: che cosa la influenza e come renderlo meno sfuggente

Quando a fine settimana ci fermiamo a pensare a tutto quello che abbiamo fatto nei giorni precedenti, ci accorgiamo non solo di non aver quasi mai rispettato la nostra tabella di marcia ma anche di quanto il tempo scorra in fretta. Inesorabile. O almeno a noi così sembra. Eppure, lo scorrere del tempo dovrebbe essere un fatto oggettivo, non soggettivo. Perché allora c’è chi vede volare via i minuti, le ore, i giorni, mentre altre persone sostengono il contrario, cioè che il tempo passi troppo lentamente?





Le emozioni sono strettamente collegate alla cognizione del tempo che passa

In realtà la percezione che abbiamo dello scorrere del tempo è una questione molto soggettiva. Ma non è ovviamente il tempo a scorrere in maniera diversa, è l’uso che ne facciamo noi. Hai mai pensato a come la cognizione del tempo che passa sia diversa quando, ad esempio,  lo utilizzi per compiere azioni e prendere decisioni concrete rispetto a quando ne sprechi in attività inutili e prive di senso?

Seneca era solito dire: “Non è vero che abbiamo poco tempo: la verità è che ne perdiamo molto”. Mai frase è stata più sensata di questa per spiegare come si svolgono le nostre giornate in una società che ci vuole sempre di corsa, sempre indaffarati, sempre impegnati a fare qualcosa. Poco importa se quello che eseguiamo quotidianamente è ciò di cui abbiamo bisogno o ci affanniamo in faccende assolutamente superflue, per le quali sprechiamo non solo tempo prezioso ma anche forze ed energie. Risorse che potremmo catalizzare in altre attività migliori. Siamo sempre propensi a rimandare proprio quello che di più importante vorremmo si realizzasse, forse per una mania di perfezionismo, perché non siamo mai soddisfatte del risultato o abbiamo paura di tentare e fallire.

Nel periodo in cui tutto il mondo si è fermato a causa della pandemia, però, abbiamo capito che il tempo è prezioso. Abbiamo compreso che non va assolutamente sprecato, ma impegnato in ciò che ci sembra più giusto in quel dato momento. Senza procrastinare sempre a un domani che ci sembra così lontano, quando invece è dietro l’angolo. Il rischio concreto è di vivere solo di rimorsi e rimpianti e non di ricordi che danno un senso a ogni esistenza.





Lo scorrere del tempo è soggettivo

Il tempo che passa di per sé è oggettivo. Gli orologi possono essere in ritardo o in anticipo. Ma le giornate vanno avanti per tutti allo stesso modo. Le pagine del calendario le voltiamo nello stesso momento. È la percezione che abbiamo del tempo a essere diversa da persona a persona. Anche lo stesso soggetto può cambiare prospettiva nel corso della sua vita. Quando siamo giovani siamo portati a credere di avere tutto il tempo del mondo. Perché effettivamente abbiamo tutta la vita davanti. Pensiamo di avere tempo per studiare, per creare una carriera che ci possa dare delle soddisfazioni, per coltivare hobby e passioni, per trovare l’anima gemella, per avere figli e crearsi una famiglia…

Ma a ogni candelina in più che spegniamo ci rendiamo conto che in realtà quel tempo, che ci sembrava così infinito e così dilatato verso un futuro che appariva lontano, scorre troppo in fretta. Non dandoci modo di esprimerci e realizzare tutto quello che vorremmo. Continuando a rimandare, a procrastinare, a rinviare non facciamo altro che rinunciare a tutto quello a cui teniamo di più. I nostri sogni, i nostri desideri, le nostre aspettative. Rischiamo di essere come il protagonista di “Aspettando Godot”¹. Sempre in attesa di un domani che quando arriva ci rimanda di continuo al giorno seguente. In un circolo vizioso che sembra senza fine.

Quando siamo più giovani il tempo sembra scorrere più lentamente perché sono tante le prime volte della nostra vita. Questo è il momento in cui creiamo i ricordi base che conserveremo gelosamente per il resto della vita. Crescendo queste opportunità diminuiscono e, di conseguenza, abbiamo meno eventi memorabili da ricordare che possono segnare l’andamento della nostra vita.

¹ "Opera teatrale di Samuel Beckett. Dramma associato al cosiddetto teatro dell'assurdo e costruito intorno alla condizione dell'attesa" (Wikipedia)




Il tempo che passa crea ansia

Ci affidiamo a un orologio che non scandisce bene le ore della nostra vita. Secondo lo psicologo Michael Wallach del Massachusetts institute of technology, già a 20 anni ci rendiamo conto che il tempo inizia a scorrere più velocemente di quello che ci saremmo aspettati e del progetto di vita che avevamo ben idealizzato nella nostra mente. Alcune ricerche hanno svelato che a ogni compleanno l’impressione che il tempo scorra più velocemente si fa più pressante. Con un picco che si raggiunge di solito intorno ai 50 anni, per rimanere poi stabile per il resto della vita. Ci sembra che tutto vada di corsa e di cambiare troppo velocemente le pagine a un calendario che ruota inesorabilmente, senza darci modo di goderci ogni momento con spensieratezza. E questo può creare ansia, stress, preoccupazioni. Paura di non aver vissuto la vita che si voleva vivere e di non aver abbastanza ricordi da custodire gelosamente nel cuore.

Il tempo diventa ancor più fugace se nella nostra mente si annida questa percezione. E non è facile cercare di cambiare rotta o mentalità. Perché bisogna cominciare presto, quando ancora questa idea fugace del tempo che passa inesorabilmente non si è insidiata nella nostra mente. Proprio per questo dovremmo cercare giorno per giorno di affrontare la vita riempiendola di esperienze che la possano rendere unica ed evitare di procrastinare su i progetti più grandi.





Per la fertilità femminile il tempo scorre ancora più in fretta

Per le donne, poi, c’è un processo fisico che lotta implacabile contro il tempo ed è la fertilità femminile, che accompagna e scandisce la vita di ogni donna. Perché è tra i 20 e i 30 anni che per una donna le possibilità di rimanere incinta sono più alte ma, di contro, è il periodo in cui si accusa una maggiore vulnerabilità sociale, emotiva, economica e lavorativa; soprattutto per quanto riguarda le nuove generazioni. Tra i 20 e i 30 anni il pensiero di avere un figlio è al giorno d’oggi molto lontano, solitamente. Ma è proprio quando si è molto giovani che le donne dovrebbero conoscere come cambia la fertilità femminile nel corso del tempo e agire di conseguenza, preservando la propria capacità riproduttiva e facendo in modo che lo scorrere del tempo non diventi un limite a un desiderio futuro di maternità.

Per questo motivo l’Egg Freezing diventa il regalo perfetto da farsi a partire dai 20 anni: per poter rimandare con serenità al momento giusto una gravidanza, senza le pressioni dell’orologio biologico e senza il rimpianto di non aver compiuto da giovani scelte volte a proteggere i propri progetti di vita futuri.

Nonostante le lancette del nostro orologio vadano più in fretta di quanto desidereremmo. Il tempo si può rallentare solo così. Non sprecandolo ma salvaguardandolo e vivendo ogni minuto con intensità. Per fare un carico di esperienze e di ricordi che un giorno ci riporteranno alla mente le tappe più importanti dell’esistenza. Alle quali non dovremmo rinunciare per nessun motivo al mondo.



Per portare a conoscenza quante più donne possibili dell’opportunità di salvaguardare la propria fertilità, è stato istituito in Italia il sito “Il Momento Giusto” – www.ilmomentogiusto.org che contiene tutte le informazioni necessarie ad approfondire la tematica dell’Egg Freezing. La campagna educazionale sulla crioconservazione ovocitaria è a cura di Gedeon Richter italia, azienda farmaceutica da sempre impegnata nella tutela del benessere e della salute della donna.

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