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Milioni di bambine nel mondo sono costrette a sposarsi con uomini più grandi di loro. Che potrebbero essere i loro padri. O addirittura i loro nonni. Diritti negati, ricatti affettivi, violenze. Sono storie che ci toccano da vicino e che ci coinvolgono in prima persona più di quanto non si sia portati a pensare. Viviamo un’epoca di integrazione, scambi culturali e aggregazione, non solo digitale. Ma molto spesso ci sono realtà di cui non ci accorgiamo, anche se sono quotidianamente intorno a noi. E tutte noi dovremmo aprire gli occhi e lottare per i diritti di tutte le donne, soprattutto delle più piccole e indifese.



Le chiamano spose bambine. Sono milioni nel mondo, Italia compresa. Sono ragazzine che sono costrette a contrarre matrimonio con uomini più grandi. Bambine anche piccolissime, di 9 anni. Che dovrebbero giocare, andare a scuola, divertirsi con le coetanee. Non diventare mogli di uomini che, spesso, potrebbero avere l’età dei loro padri. Se non dei loro nonni. Un fenomeno che fa rabbrividire. E nonostante l’impegno delle associazioni in difesa dei diritti dei più deboli, è una piaga che non è facile da sanare.

A inizio 2019 Unicef ha stimato che nel mondo circa 650 milioni di donne si sono sposate prima di compiere i 18 anni. Circa 1 donna su 5. Ogni anno si stima che 12 milioni di ragazzine sono costrette a sposarsi. Il 40% di queste bambine vive in Asia Meridionale. Figlie vendute per soldi dai genitori a uomini più grandi. Bambine a cui viene negata l’infanzia. E una vita degna di questo nome.

Le spose bambine, di fatto, si vedono portare via tutti i loro sogni. E negare ogni loro sacrosanto diritto. Se dall’altra parte del mondo allora loro età le coetanee pensano solo a studiare, giocare, fare sport, scambiarsi giochi e guardare la tv, nei paesi più poveri ci sono ragazzine che si vedono portare via per sempre il futuro. Il matrimonio, quello che dovrebbe essere il giorno più importante della vita di ogni persona, si trasforma in un vero e proprio incubo. Costrette a sposarsi, a lasciare la famiglia di origine, ad andare a vivere con persone che nemmeno conoscono. E ad avere anche rapporti sessuali e figli in giovanissima età.

Bambine obbligate a crescere, a cui nessuno chiede niente. Costrette da chi dovrebbe proteggerle e amarle a vivere una vita che non si vorrebbe augurare a nessuno.





Quante sono le spose bambine nel mondo

Grazie alle campagne di tante associazioni umanitarie come Unicef e Save the Children, per fortuna la pratica dei matrimoni combinati è scesa ma la battaglia è ancora in corso. Secondo gli ultimi dati sono stati evitati 25 milioni di matrimoni precoci. La percentuale è scesa del 15% e oggi rappresentano il 5% (1 bambina su 5). Poco tempo fa la statistica era di chi subiva un matrimonio precoce era di una bambina su 4 (pari a circa il 25%).

La maggior parte delle spose bambine vive in Asia Meridionale. Ma il numero di maggiori matrimoni combinati si sta lentamente spostando in Africa Subsahariana: qui oggi vive 1 sposa bambina su 3 (25 anni fa 1 su 7). 

Non dobbiamo però credere che i matrimoni precoci vengano celebrati solo nei paesi in via di sviluppo. Anche il ricco Occidente ha le sue storie terribili da raccontare. Negli USA la legge prevede eccezioni per nozze celebrate prima dei 18 anni. Mentre nel 2017 solo 4 paesi dell’Unione Europea ponevano come limite la maggiore età per poter contrarre matrimonio.

I rischi che corrono le spose bambine

Alle bambine o ragazzine che sono costrette a sposarsi prima dei 18 anni contro la loro volontà viene negata l’infanzia. E questa potrebbe già bastare come conseguenza devastante di una pratica che andrebbe abolita per sempre dalla faccia della terra. Per non dover più assistere a storie come quella di Aisha, costretta a sposare a 13 anni un uomo più grande di 30 anni. Le spose bambine sono costrette a lasciare la scuola. A non ricevere una giusta e adeguata istruzione per avere le stesse opportunità dei coetanei di sesso maschile di emergere e trovare una propria strada del mondo. Perché per loro quella strada è già stata tracciata da qualcun altro. Calpestando i loro diritti.

La vita stessa di queste ragazze è messa a in pericolo, con gravidanze precoci durante l’adolescenza, o ancora prima, e che pongono rischi per la salute davvero inimmaginabili. Dai 15 ai 19 anni il parto, infatti, è la principale causa di morte. Anche perché chi non si preoccupa di violare l’infanzia, molto difficilmente si preoccuperà di farla partorire in una struttura adeguata e fornire loro cure e assistenza. Rischi che si aggiungono a maltrattamenti e violenze da parte di uomini che nemmeno le conoscevano prima delle nozze, ai quali non importa nulla del loro benessere e della loro felicità, ma che le trattano da schiave. Per avere qualcuno che si prenda cura della casa, che magari porti a casa dei soldi e dia loro dei figli. Anche se non sono ancora pronte per affrontare tutto questo. E se provano a scappare, a tornare a casa, pensate che i genitori le riaccolgono ammettendo i propri errori? Assolutamente no: le riportano indietro, dopo averle picchiate a loro volta, in quel luogo di terrore e paura che non possono chiamare di certo casa.





Perché è così difficile vietare i matrimoni precoci

Gli obiettivi delle Nazioni Unite dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile mirano a porre fine alla pratica dei matrimoni precoci entro i prossimi 10 anni. L’abolizione di questo aberrante fenomeno, però, va a rilento.

Ci sono culture che ancora rimangono ancorate a retaggi arcaici che prevedono la sottomissione della donna. Al padre, prima. Al marito, poi. E che non proteggono i diritti delle bambine. Bambine e adolescenti che diventano spose troppo presto, non riuscendo a continuare gli studi scolastici. Alla stragrande maggioranza delle ragazze che si sposano in giovane età, infatti, viene negata la possibilità di andare a scuola. E senza istruzione, purtroppo, il circolo diventa vizioso: le ragazze, senza accesso all’istruzione, non possono staccarsi da una concezione che le vede relegate in secondo piano, senza possibilità di decidere nulla, nemmeno della propria vita.

Purtroppo, poi, sono situazioni che spesso ci toccano da vicino, anche se difficilmente possiamo rendercene conto. Oppure bisognerebbe, forse, fare più attenzione. Violenze e soprusi che sin dalla più tenera età molte bambine e giovani donne sono costrette a subire. In Italia sono molte le associazioni che si occupano di porre fine ai matrimoni precoci e di difendere i diritti delle bambine, aiutandole a uscire dall’incubo e facendo in modo che altre ragazzine nel mondo non facciano la loro stessa fine.

Qualche mese fa ad Aosta è stata premiata come “La Donna dell’anno 2019” Aminetou Ely, ex sposa bambina proveniente dalla Mauritania, per il suo impegno contro le violenze sulle donne domestiche e sessuali, il lavoro domestico delle minorenni, la schiavitù, il razzismo, l’esclusione, la povertà, la tratta e il matrimonio precoce. Perché tutte queste situazioni iniziano in “famiglia”, laddove si dovrebbe essere più protetti. Ma non tutte le bambine hanno la fortuna di avere una Famiglia vicino, con la F maiuscola, e ognuna di noi dovrebbe impegnarsi, nel proprio piccolo, a lottare per i diritti di tutte le donne del Mondo, soprattutto delle più piccole e indifese. 





Ci piacerebbe che questo spazio sia utile a diffondere l’impegno delle associazioni che in Italia si occupano della tutela delle donne e delle bambine, aiutando attraverso i commenti a mettere in contatto Enti e volontari e viceversa. Se hai suggerimenti da condividere con noi, sei nel posto giusto al momento giusto. Grazie.

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