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Mancano ancora diversi mesi alle prossime Olimpiadi Estive, che si terranno in Giappone nella splendida città di Tokyo, e l’attesa è altissima per quelli che si preannunciano essere i Giochi più tecnologici e innovativi della storia, ma anche quelli con la più alta partecipazione femminile.

Emancipazione femminile e sport

Proprio su questo ultimo  punto vorremo puntare i riflettori, ovvero la numerosa presenza di donne ai Giochi della XXXII Olimpiade.  

Più di ogni altra manifestazione agonistica, infatti, i Giochi Olimpici hanno contribuito all’emancipazione femminile nella società. Basti pensare che le donne furono ammesse come atlete soltanto nel 1900, arrivando a rappresentare il 44% degli atleti partecipanti alle ultime Olimpiadi (Rio de Janeiro 2016); ricordate come quelle con la più alta partecipazione femminile nella storia dei Giochi. Quelli di Londra 2012, invece, sono stati i primi della storia in cui le donne hanno gareggiato in ogni disciplina olimpica. 

Ma la corsa verso la parità di genere (almeno) in ambito sportivo sembra essere in discesa. Tokyo 2020 avrà, infatti, un programma di Giochi femminili del tutto identico a quello maschile e si preannunciano essere i Giochi Olimpici più paritari tra i sessi; con una partecipazione prevista delle donne del 48,2%. Decisamente una grande vittoria!

Perché le atlete donne sono state fino ad ora in numero inferiore?

Forse, quello che fino a qualche anno fa frenava la partecipazione femminile alle competizioni era la necessità (a differenza degli uomini) di dover scegliere tra la voglia di avere dei figli e diventare madri, oppure continuare a gareggiare e vincere. 

Proprio recentemente Federica Pellegrini (prima e unica nuotatrice nella storia a essere salita 8 volte sul podio mondiale nei 200 stile libero) ha confessato che sogna da tempo la maternità, ma che il desiderio di avere un figlio dovrà essere rimandato perché ora è il momento di pensare alle gare. Quella di Tokyo sarà la sua quinta Olimpiade consecutiva e, da quanto dichiara, (forse) l’ultima. È un dato di fatto che a questi livelli l’impegno sportivo possa essere un ostacolo alla vita privata e sentimentale e la stessa Pellegrini ha altri progetti di vita per il futuro che non si concilierebbero con la carriera agonistica.

“Per me Tokyo sarà l’ultima gara, perché comunque avrò quasi 32 anni dopo pochi giorni ed è giusto finire la mia carriera che nel nuoto è già abbastanza prolungata. Ho iniziato a vincere quando ero davvero tanto giovane, sono stata catapultata in un mondo di riflettori a soli 16 anni e,  forse, non ero neanche pronta. Diciamo che se da un lato mi piaceva, mi piace vincere e mi piace che la gente mi riconosca, dall’altro ho bisogno di normalità; della mia famiglia, dei miei valori fondamentali… ora è un po’ un’alternanza di queste due cose e spero che dopo le Olimpiadi si apra una nuova avventura con una famiglia e dei figli.” (Cit. Federica Pellegrini) 

(Fonte: Donna Glamour)

La maternità non sembra invece fermare una delle coppie Azzurre più amate di sempre: Tania Cagnotto e Francesca Dallapè cercano proprio a Tokyo nuovi successi. Dopo Rio 2016 entrambe avevano dichiarato di voler abbandonare i sogni olimpici per diventare mamme e, realizzato anche questo sogno, la coppia d’oro dei tuffi sincro italiana è tornata ad allenarsi in vista delle prossime Olimpiadi. Vedremo cosa riserverà loro il futuro, complimentandoci sin da ora per la loro capacità multitasking!

Bonus maternità per le atlete

Per rendere più accessibile lo sport alle donne e permettere loro di proseguire il percorso sportivo interrotto durante la maternità e dare una continuità retributiva anche durante il periodo di congedo, è stato istituito dal 2018 un fondo maternità per le atlete. Un altro importante passo avanti verso l’emancipazione femminile e i diritti del genere anche in campo sportivo.

Prima del 2018, infatti, alle atlete in caso di gravidanza veniva di fatto risolto immediatamente il contratto. Impensabile, di conseguenza, pensare di vivere la maternità serenamente.

Essere una sportiva non significa rinunciare alla maternità: la possibilità arriva con l’Egg Freezing

Essere atlete professioniste comporta sì una vita di sacrifici, ma non significa per forza rinunciare ad avere figli. Sono sempre di più le atlete che si affidano all’Egg Freezing, la tecnica di crioconservazione degli ovociti per ragioni non mediche):  Sue Bird (39 anni) e Breanna Stewart (25 anni), cestiste statunitensi e partecipanti a Tokyo 2020, hanno recentemente dichiarato di aver congelato i propri ovuli per potersi dedicare alla carriera agonista e riservarsi una chance in più per diventare mamme in futuro, se dovessero avere difficoltà a concepire naturalmente in età più matura.

(Fonte: The Sidney Morning Herald)

E sono sempre di più le atlete che ricorrono all’Egg Freezing e lo dichiarano. Un’altra bella testimonianza del fatto che è possibile inseguire i propri sogni senza rinunce arriva sempre dagli Stati Uniti: Christina Cruz (33 anni), pugile nella squadra olimpica degli USA, ha iniziato a boxare a 22 anni e due anni fa ha deciso di congelare i suoi ovociti, consapevole del fatto che la carriera sportiva l’avrebbe tenuta costantemente impegnata nei suoi anni più fertili. L’atleta ha anche condiviso su Instagram i momenti di preparazione alla procedura, così da rendere più persone possibili partecipi e consapevoli della possibilità di preservare la propria fertilità grazie all’Egg Freezing.

Se Tokyo 2020 si prepara ad essere l’Olimpiade della parità dei generi, dunque, c’è da dire che sembra avvicinarsi sempre più il momento in cui finalmente le donne non dovranno più decidere tra carriera e maternità. L’Egg Freezing, come abbiamo visto, permette sia di avere una vita lavorativa di successo sia di poter pensare con serenità ad una famiglia quando sarà il momento giusto. E non solo in ambito sportivo.

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