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La pandemia mette a rischio la genitorialità

Mettere al mondo un figlio non è facile, oggi ancora di più. In questo periodo le difficoltà sono molteplici, basta solo considerare che da una parte gli ospedali sono letteralmente blindati per evitare focolai di Coronavirus e dall’altra viene negata ai papà l’esperienza di assistere alla nascita del proprio figlio. La difficoltà più grande risiede proprio nel “solo” desiderare un figlio, che sia nel presente o nel futuro. Le coppie, oggi, sono piene di incertezze, timori e paure.

La pandemia, di fatto, sta spingendo molte persone a rivedere i propri progetti di vita. Inclusa anche la scelta di avere un figlio un domani.

Secondo un recente sondaggio del Guttmacher Institute, organizzazione che negli Stati Uniti si occupa di diritti riproduttivi, il 34% delle donne ha deciso di ritardare la gravidanza o di avere meno figli rispetto ai propri desideri; proprio a causa dell’emergenza sanitaria che ci tiene in allarme ormai da molti mesi.

Uno studio simile condotto in Europa ha fatto emergere che in Francia, in Italia, in Spagna, in Germania e nel Regno Unito molte persone hanno cambiato idea riguardo al diventare padri e madri in futuro. Oppure hanno scelto di avere meno figli di quanti avevano in passato immaginato di accogliere nelle loro vite. Nel nostro paese la percentuale di chi ha deciso di rinunciare alla genitorialità proprio a causa della pandemia è del 29%.





Da baby boom a recessione demografica

Dati che fanno riflettere su quanto un piccolo virus sia in grado di cambiare le nostre prospettive future e modificato le nostre priorità. Le nostre vite sono cambiate profondamente. Abbiamo imparato a coprirci il volto per paura di diffondere il contagio, a stare lontani dalle persone che occupano un posto importante nelle nostre vite per proteggerle, a fare delle rinunce in un momento di estrema difficoltà, arrivando al punto di non vedere nel futuro prospettive adatte ad accogliere nuove vite. 

Per le donne la faccenda è più complicata. Il ruolo del genere femminile non è affatto semplice. In periodo di lockdown, ad esempio, molte mamme si sono ritrovate a farsi carico di tutti i problemi derivanti dalla chiusura delle scuole e dalla didattica a distanza. Spesso queste donne si ritrovano a dover scegliere tra carriera e famiglia, non riuscendo a conciliare tutto. Complice di questo soprattutto la carenza di aiuti e di sostegni alla maternità (e alla paternità, ovviamente). Se già in passato il gender gap era impressionante, la pandemia non ha fatto che rendere queste differenze ancora più evidenti. Arrivando ad aumentare il divario di genere e mettendo le donne in condizioni di difficoltà, anche di fronte alla decisione di una futura maternità.





Quali sono i timori delle donne?

In questo momento in cui la sanità soffre e gli ospedali ritornano a riempirsi di pazienti, è molto più complicato accedere ai servizi dedicati alla salute sessuale e riproduttiva. Tutte le visite necessarie vengono rimandate a data da destinarsi, per mancanza di spazi sicuri e personale, oltre che per evitare di affollare strutture sanitarie messe già a dura prova. Anche solo una consulenza ginecologica utile a porre domande sulla fertilità e sulla gravidanza (così come su altri temi importanti quali contraccezione e sessualità) potrebbe diventare un calvario.

La paura più grande da affrontare per le donne, in questo momento storico così preoccupante, è quella di dover affrontare una gravidanza. Quello che dovrebbe essere un momento magico, potrebbe trasformarsi in un incubo, per paura di ammalarsi e doversi curare mentre si porta in grembo il proprio bambino. È frequente la paura che possano ammalarsi persone vicine, come il futuro papà o i futuri nonni, e dover affrontare da sole i 9 mesi di gestazione. L’incertezza di una cura o di un vaccino che possano scongiurare il peggio spinge le donne a prendere decisioni anche drastiche, come quella di non avere figli neanche in futuro, quando si spera che l’emergenza sanitaria sarà solo un brutto ricordo.





Altri pensieri potrebbero riguardare la sicurezza economica. Lockdown e chiusure spingono molte attività a chiudere i battenti temporaneamente, nella migliore delle ipotesi, oppure per sempre. Migliaia di persone sono rimaste senza lavoro. Bonus e incentivi spesso hanno tardato ad arrivare, mentre altre volte non sono proprio arrivati, come le casse integrazioni che vengono saldate talvolta con forte ritardo. Lavoratrici e lavoratori, dipendenti o autonomi che siano, vivono con il fiato sospeso nella speranza di avere sempre una minima entrata finanziaria che possa consentire di vivere con dignità. Doversi prendere cura anche di un bambino potrebbe non essere così semplice se la situazione economica della famiglia non è delle più rosee.

Questo periodo storico sta segnando la storia. Gli effetti negativi derivanti da questa situazione spaventano molto le future mamme sia in termini di socialità che di crescita dei loro figli. La vita cambierà perchè stanno cambiando le abitudini per evitare la diffusione del contagio. Lo scenario non risulta essere aureo in termini di: chiusura delle scuole, didattica a distanza, abbandono di sport e attività culturali, isolamento dagli amici e spesso anche dai nonni… Quindi, che futuro possiamo garantire ai nostri figli?

Questa è una delle domande che molto spesso spingono le giovani coppie a rinunciare all’idea di mettere al mondo una nuova vita.





Salvaguardare il proprio futuro di madre tramite Egg Freezing

Avere paura oggi di progettare il futuro è altamente comprensibile, soprattutto quando la scelta è tra mettere al mondo un figlio e rinunciare ai propri desideri in un momento di forte incertezza.

Una delle soluzioni dedicata alle giovani donne si chiama Egg Freezing, una tecnica tramite la quale crioconservare i propri ovociti e preservare così la fertilità se si dovessero riscontrare difficoltà a rimanere incinta naturalmente in età più matura.

La speranza è quella di poter dare il via a una gravidanza un domani, quando l’emergenza sanitaria sarà finita e avremo tutti gli strumenti utili per proteggersi da agenti patogeni che potrebbero ancora metterci in pericolo. La crisi passerà prima o poi, così come questa sensazione di instabilità emotiva ed economica, e noi potremmo ritrovarci a dover rivedere ancora una volta i nostri piani di vita. Avere più chance di concepimento potrebbe aiutare a coronare i propri sogni futuri e a rendere il presente meno preoccupante.







Cosa possiamo fare oggi?

In questa situazione di emergenza è fondamentale avere un piano “B” che possa preservare il nostro futuro anche riproduttivo, mettendo al sicuro tutte le possibilità utili a diventare genitori quando potremo pensare sia arrivato davvero il momento giusto.

Inoltre, tutti noi, dovremmo continuare a lottare affinché la sperequazione sociale e professionale tra donne e uomini scompaia e vengano assicurati aiuti alle famiglie e a chi si ritrova in situazioni di difficoltà. Altrimenti le donne verranno sempre più relegate all’ambito domestico, come la prima fase della pandemia ci ha purtroppo mostrato: con le mamme costrette a casa a lavorare in smart working e a badare ai figli in videolezione e un tasso di disoccupazione femminile in rapidissima crescita. Conciliare carriera e maternità non devono essere solo più un’utopia, ma una realtà garantita ad ogni donna che desidera diventare madre senza per questo rinunciare alla propria carriera lavorativa.

Per creare una società futura migliore è necessario tutelare il presente.

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