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Quante volte ti sei sentita dire “Non pretendere la luna” a seguito di richieste impossibili oppure per aver cercato di raggiungere traguardi considerati irraggiungibili? Eppure, ci sono donne che non si lasciano intimorire da obiettivi difficili e la luna non solo la pretendono ma la raggiungono anche. È il caso di Katherine Johnson, matematica, informatica e fisica statunitense, donna simbolo della parità di genere in un settore prettamente maschile come quello dei viaggi spaziali.

Katherine Johnson ha lasciato la sua vita terrena a 101 anni quasi un mese fa e siamo rimasti affascinati dalla sua storia; così come Mattel, che l’ha riprodotta nella celebre collezione Inspiring Women dedicata a personalità femminili celebri del passato e dei giorni nostri, e Hollywood, che le ha dedicato la pellicola “Il diritto di contare” nel 2016.

Una bambina prodigio, nata nel 1918, che sin dalla più tenera età ha dovuto sgomitare per avere gli stessi diritti di tutti e che ha dovuto farlo il doppio, essendo una donna di colore in un’epoca in cui i privilegi erano destinati agli uomini e perlopiù bianchi. Katherine nel 1953 ottenne un lavoro alla NASA e in breve tempo riuscì a farsi apprezzare per le sue conoscenze scientifiche, al punto da avere mansioni sempre più importanti, pur dovendo costantemente lottare contro comportamenti razziali e misogini.

È anche grazie a lei se le missioni lunari sono diventate realtà, se l’equipaggio dell’Apollo 13 è riuscito a tornare sano e salvo sulla Terra, se Marte sembra meno irraggiungibile, se le donne sono consapevoli di poter lavorare in qualsiasi ambito, anche il più maschilista. Perché una donna, se lo vuole davvero, la luna non solo la pretende ma se la prende. Con tutte le sue forze.



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