Vai al contenuto principale

Comprendere al meglio il legame tra ciclo mestruale e fertilità femminile, per prendersi cura della propria salute riproduttiva

Molte donne si chiedono quale sia il collegamento tra il ciclo mestruale e la fertilità. Purtroppo, l’approfondimento di tematiche mediche e relative all’anatomia umana in Italia è molto scarsa. Complice una scuola che non insegna in maniera esaustiva e a seconda dell’età il funzionamento del corpo umano e famiglie spesso restie a trattare argomenti di cui a loro volta hanno limitate competenze. Questo fa sì che i giovani raggiungano la maturità sessuale senza adeguate informazioni riguardo la propria salute riproduttiva e sopraggiungano molti dubbi e tabù a riguardo.

Parlare di mestruazioni e fertilità femminile, invece, dovrebbero essere argomenti di discussione e confronto costanti perché l’apparato riproduttivo delle donne subisce continue modifiche durante tutto il corso della vita fertile. Capire cosa sono questi cambiamenti e cosa comportano, è il primo passo per una corretta prevenzione della salute riproduttiva.





Cos’è il ciclo mestruale

Spesso si fa confusione tra i due termini ciclo mestruale e mestruazioni, anche se ormai è uso comune utilizzarli come sinonimi. Il termine ciclo mestruale si riferisce al lasso di tempo che intercorre tra il primo giorno di una mestruazione e il primo giorno di quella successiva e in media ha una durata di 28 giorni. Con l’espressione mestruazioni, invece, si fa riferimento alla perdita di sangue mensile dalla vagina necessarie ad espellere l’ovocita non fecondato. Sia per durata sia per quantità di perdite ematiche, le mestruazioni variano da donna a donna. Solitamente si attesta tra i 3 e i 7 giorni.

Durante il ciclo mestruale, un procedimento che è regolato dagli ormoni ovarici, ipotalamici e ipofisari, strettamente connessi alla fertilità, il corpo femminile subisce importanti modifiche a livello ormonale e anatomico, necessarie a preparare l’organismo a ospitare una eventuale fecondazione prima e una gravidanza poi. La prima mestruazione (menarca) segna l’inizio della vita fertile di una donna e la menopausa, ovvero la scomparsa delle mestruazioni, ne decreta la fine.

Il ciclo mestruale, di conseguenza, è un importante indicatore della salute riproduttiva femminile ed è importante che ogni donna ne tenga monitorato ogni aspetto e non sottovaluti sintomi non riconducibili a una normale dismenorrea (dolore mestruale) e che possono portare anche nei casi più gravi a infertilità.



#LoSapeviChe si può rimanere incinta con le mestruazioni? Ci sono minori probabilità ma sì, è possibile rimanere incinta anche durante le mestruazioni. Questo perché gli spermatozoi sopravvivono nelle vie genitali femminili fino a 3-4 giorni, periodo nel quale può avvenire una nuova ovulazione a causa di cicli mestruali irregolari oppure per una doppia ovulazione.





Perché la durata del ciclo varia da donna a donna

Il ciclo mestruale è un complesso e perfetto meccanismo che consente la riproduzione umana ma che può subire importanti modifiche in base a molti fattori. Come accennato, ha una durata di circa 28 giorni per essere definito regolare, mentre si dice irregolare quando tra un ciclo e l’altro intercorrono di più o di meno di 21-35 giorni. Altri segnali di anomalie possono essere cambiamenti nell’intensità del flusso con sanguinamenti molto abbondonati o molto scarsi oppure con dolori molto intensi e che impediscono il normale svolgimento delle attività quotidiane. Sintomi così importanti andrebbero sempre indagati a fondo e mai sottovalutati.

Tra i fattori fisici e psicologici che possono influenzare il ciclo mestruale e che possono arrivare a ridurre la capacità riproduttiva ci sono:

  • stress
  • perdita di peso improvvisa ed eccessiva
  • sindrome dell’ovaio policistico
  • disturbi ormonali
  • assunzione di particolari farmaci
  • menopausa precoce
  • endometriosi

In assenza di patologie diagnosticate, è comunque opportuno rivolgersi al medico ginecologo nei seguenti casi:

  • dolori che impediscono il normale svolgimento delle attività quotidiane e/o i rapporti sessuali
  • sanguinamento tra una mestruazione e l’altra
  • perdite ematiche molto abbondanti
  • mestruazioni più lunghe di 7 giorni e/o molto ravvicinate tra una e l’altra
  • perdite vaginali colorate e/o dall’odore sgradevole
  • febbre durante le mestruazioni
  • anomalie visibili o palpabili che coinvolgono il seno e/o i genitali interni ed esterni


Molte donne accusano la sindrome premestruale (PMS è l’acronimo inglese), un insieme di sintomi fisici e psicologici nei giorni precedenti le mestruazioni causati nella maggior parte dei casi dalle variazioni ormonali in corso e da deficit vitaminico. I sintomi della PMS interessano circa il 75-85% delle donne, con una sintomatologia severa per il 5-10% (Fonte: AOGOI – La sindrome premestruale). Solitamente si risolvono alla comparsa delle mestruazioni e tra i più comuni ricordiamo: dolore di intensità variabile e aumento del volume del seno, sensazione di gonfiore e di pesantezza pelvica, alterazioni del sonno, ansia, riduzione della libido, modificazioni del carattere, emicrania e vomito.







Tutte le fasi del ciclo mestruale

In assenza di gravidanza e di particolari patologie, ogni mese dalla pubertà alla menopausa, ovvero durante tutta l’età fertile femminile, il ciclo mestruale si presenta con le stesse modalità. Le fasi principali sono tre:

  1. Fase follicolare, detta anche fase proliferativa. Questa è la prima fase del ciclo ovarico. Inizia il primo giorno del ciclo mestruale con le mestruazioni, che eliminano il rivestimento dell’utero costruito durante le fasi precedenti, e termina con l’ovulazione. La durata media è di 14 giorni, ma questo lasso di tempo può variare da donna a donna e da ciclo a ciclo. L’ovaio viene stimolato dall’ormone FSH o follicostimolante, secreto dall’ipofisi, che porta a maturazione un ovocita (più o meno dal sesto al quattordicesimo giorno). L’ipotalamo rileva nel sangue un picco di estrogeni, stimolando la secrezione dell’ormone LH (luteinizzante), il cui aumento costante provoca l’ovulazione, la fase successiva.
  2. Fase ovulatoria. L’ovulazione avviene intorno al quattordicesimo giorno circa: l’ovocita viene liberato dal follicolo a livello dell’ovaia. L’ovulo così liberato viene condotto nella tuba di Falloppio uterina, dove potrà essere fecondato dagli spermatozoi, e raggiungere l’utero. In questo periodo la produzione di progesterone continua ad aumentare per affrontare la fase successiva.
  3. Fase luteinica. Quello che rimane del follicolo diventa il corpo luteo, che produce il progesterone, ormone che aiuta a creare un ambiente accogliente in caso di fecondazione. Se il concepimento non è avvenuto, i livelli di progesterone calano improvvisamente e il corpo si prepara per le mestruazioni successive. Viceversa, se l’ovocita è stato fecondato, avviene l’annidamento e l’impianto nell’utero e inizia la  gravidanza.


Qual è la differenza tra ovulazione e concepimento? L’ovulazione è il momento di massima fertilità della donna, ovvero quando l’ovaio rilascia l’ovocita maturo e pronto per essere fecondato. Il concepimento è il termine che indica l’incontro tra la cellula riproduttiva femminile (l’ovocita) e quella maschile (lo spermatozoo).

In caso di disfunzioni del ciclo mestruale può comparire la mestruazione ma in assenza di ovulazione (anovulazione) ed è più frequente in adolescenza, nel climaterio (fase che precede la menopausa), in caso di premenopausa e in presenza di sindrome dell’ovaio policistico e altre patologie.





L’importanza dell’asse Ipotalamo-Ipofisi-Ovaio nel ciclo mestruale

L’asse ipotalamo-ipofisi-ovaio, ovvero l’interazione ormonale che regola il sistema riproduttivo femminile, riveste un ruolo fondamentale nella vita fertile della donna: il sistema neuro-endocrino si attiva con la pubertà, quando avviene il menarca (prima mestruazione). L’asse lavorerà ogni mese per consentire il perfetto funzionamento di ogni fase del ciclo mestruale, fino al momento del termine della vita fertile, ovvero con la menopausa.

L’ipotalamo favorisce la secrezione dell’ormone GnRH che spinge l’ipofisi a produrre l’ormone follicolo-stimolante (FSH) che permette l’ovulazione. Si occupa anche della secrezione dell’ormone luteinizzante (LH). Questi due ormoni interagiscono con l’ovaio, per produrre estrogeni e continuare l’ovulazione. L’ormone luteinizzante (LH) stimola anche la sintesi di progesterone (altro ormone sessuale femminile, detto anche ormone della gravidanza) da parte delle cellule della granulosa dell’ovaio. La perfetta sinergia tra ipotalamo, ipofisi e ovaio fa sì che il corpo femminile si modifichi durante la crescita, preparandolo ad accogliere l’ovocita fecondato e a una possibile gravidanza.





Cos’è il periodo fertile e i segnali da cogliere

Con il termine periodo fertile si indica il lasso di tempo all’interno di ogni ciclo mestruale in cui l’ovocita femminile può essere fecondato dallo spermatozoo maschile a seguito di un rapporto sessuale non protetto.

L’ovocita è pronto per essere fecondato solo nel periodo della fase ovulatoria, quando cioè l’ormone luteinizzante facilita la fuoriuscita dell’ovocita dal follicolo, e questo periodo si presenta generalmente a metà del ciclo mestruale, ovvero intorno al quattordicesimo giorno. La finestra è breve ed è di circa cinque giorni ogni mese: il giorno dell’ovulazione e le 48 ore che la precedono rappresentano i giorni più fertili in assoluto, ma la finestra fertile può iniziare circa 3-4 giorni prima dell’ovulazione e terminare il giorno successivo, sia perché l’ovocita sopravvive circa 24 ore sia perché gli spermatozoi nel tratto genitale femminile sopravvivono circa 72-96 ore. Solo questo è il periodo fertile di ogni donna e il momento dipende profondamente dalla durata di ogni ciclo mestruale ma anche, come accennato prima, da fattori che possono modificarlo.

I segnali che portano a scoprire l’ovulazione in corso sono principalmente l’abbondante produzione di muco cervicale e l’aumento della temperatura basale. Ma molte donne notano anche altri sintomi durante l’ovulazione, come ad esempio crampi e dolori addominali, aumento della libido, cambiamenti del volume e della sensibilità del seno, modifiche dell’umore, cambiamenti della pelle del viso con aumento delle impurità e acne.





Qual è l’età fertile

Il periodo fertile di ogni donna non deve essere confuso, però, con l’età fertile. Con quest’ultimo termine, infatti, si indica quel periodo di tempo nella vita che va dal menarca, il primo ciclo mestruale, alla menopausa, l’ultimo ciclo mestruale. È il momento in cui ogni donna è potenzialmente in grado di procreare.

Nella donna, però, l’età gioca un ruolo primario nella capacità riproduttiva. L’età fertile, infatti, è limitata nel tempo e con il passare degli anni la qualità e la quantità degli ovociti si riducono drasticamente, riducendo sensibilmente le probabilità di rimanere incinta naturalmente man mano che passano gli anni. Negli uomini, invece, la produzione di spermatozoi diminuisce gradualmente e si riduce la loro qualità, ma non si interrompe mai nel corso della vita se non per patologie, farmaci, interventi chirurgici o malattie a carico dell’apparato riproduttivo.

Perché la capacità riproduttiva femminile si riduce con il passare del tempo?

Ogni donna nasce con un determinato numero di follicoli, i “contenitori” degli ovociti, destinati a ridursi con l’aumento dell’età. Sappiamo che la fertilità è massima tra i 20 e i 30 anni, inizia a calare subito dopo e si riduce drasticamente intorno ai 35 anni, per poi annullarsi con la menopausa intorno 50 anni. Infatti, a 30 anni si hanno il 20% di possibilità mensili che si instauri una gravidanza a seguito di un rapporto sessuale non protetto, a 40 anni questa percentuale scende al 5%!



Considerando l’innalzamento dell’età in cui si decide di avere il primo figlio (in Italia è stimata intorno ai 32 anni – Fonte: Istat -Natalità e fecondità) è importante valutare già da giovanissime la possibilità di crioconservare i propri ovociti (Egg Freezing), per preservare la fertilità e aumentare le possibilità di diventare madre in età più matura.

Visita ilmomentogiusto.org per conoscere tutto sulla crioconservazione degli ovociti per ragioni non mediche





Come calcolare il periodo fertile

Con il termine periodo fertile si indica il lasso di tempo in cui ci sono maggiori probabilità di rimanere incinta in seguito a un rapporto sessuale non protetto. Per calcolarlo quasi con certezza è necessario conoscere molto bene il proprio corpo e i segnali che invia, oltre ad annotare il giorno di inizio delle ultime mestruazioni, i giorni di media che passano tra una mestruazione e l’altra e la loro durata. In questo modo si può capire quando potrebbe avvenire l’ovulazione, tenendo sempre presente che ogni ciclo può essere una storia a sé.

Esistono anche altri sistemi per calcolare il periodo fertile che, ricordiamo, non può essere considerato né un metodo contraccettivo né un modo per assicurarsi una gravidanza. In commercio si trovano test di ovulazione, stick in grado di identificare i giorni in cui si hanno maggiori probabilità di concepire un bambino rivelando i due principali ormoni della fertilità contenuti nelle urine. Oppure si può creare un grafico della temperatura basale (la temperatura rilevata al risveglio dopo almeno 5 ore di sonno ininterrotto per via rettale, vaginale oppure orale) per rilevare la prossima ovulazione. Di solito poco prima di questa fase si registra una piccola diminuzione dei valori, con un rialzo improvviso alla fine del processo. Dovremmo registrarla tutti i giorni e trovare dal grafico le informazioni utili, semplicemente usando gli appositi termometri che si possono comprare anche in farmacia.

Infine, per calcolare i giorni fertili è possibile scaricare le apposite App, all’interno delle quali inserire tutti i dati relativi al ciclo. Queste applicazioni sono molto utili anche per annotare eventuali anomalie del ciclo mestruale e di eventi associati, così da avvisare tempestivamente il medico qualora si notassero cambiamenti importanti come dolore, bruciore, prurito, cambiamento di colore/odore/densità delle perdite ematiche, modifiche della zona mammaria e genitale visibili o evidenti al tatto.



Chi non ha il ciclo può rimanere incinta? Le mestruazioni possono scomparire del tutto o temporaneamente (amenorrea secondaria) in seguito a diversi fattori quali allattamento, stress, disturbi alimentari, cure farmacologiche e chirurgiche, menopausa precoce, problemi di tiroide etc… oppure non essere mai comparse (amenorrea primaria, ovvero mancata comparsa del menarca). Ovviamente, solo il medico ginecologo può rispondere a questa domanda, valutando il singolo caso e la storia clinica personale.





Il ciclo mestruale è un importante indicatore della salute generale e riproduttiva della donna e della sua fertilità

Fare attenzione ai segnali che il corpo invia e alle modifiche che affronta nel corso della vita, permette di prendersi cura del proprio apparato riproduttore e agire tempestivamente nel caso di infezioni e patologie che possono danneggiarlo. Screening ginecologici periodici, uno stile di vita sano, protezione tramite il preservativo durante i rapporti sessuali e attenzione verso l’igiene e a evitare comportamenti promiscui, sono i principali passi da compiere per assicurarsi una perfetta salute intima e preservare la propria fertilità.

Lascia un commento